Aleksander Wat è stato un poeta e prosatore polacco tra i fondatori del gruppo futurista-primitivista di Varsavia. Nasce da famiglia ebreo-polacca di antica tradizione; studia filosofia, psicologia e logica all'università di Varsavia, ma abbandona gli studi per dedicarsi all'attività letteraria. Pubblica le sue prime poesie provocatorie, in spirito futurista e dadaista, su alcune riviste d’avanguardia; in contemporanea diviene redattore di importanti riviste letterarie attraverso le quali contribuisce a far conoscere Majakowski in Polonia.
Nel 1920 pubblica il suo primo poema in prosa, Io da una parte e io dall'altra parte della mia carlinoferrea stufetta, frutto della tecnica di quella che sarà la scrittura automatica presso i surrealisti. Nel 1927 pubblica Lucifero disoccupato e L'ebreo errante.
Tra il 1940 e il 1946 subisce la prigionia nei lager staliniani e viene esiliato in Kazakhistan con la famiglia. Durante la prigionia, unico ebreo fra tanti prigionieri polacchi cattolici, si converte al cattolicesimo. Al suo ritorno pubblica la raccolta di poesie Wiersze; nel 1962 pubblica Poesie mediterranee. Tutte le altre sue opere escono postume.
Nel 1959 Wat espatria con i suoi familiari in occidente e dal 1961 si stabilisce a Parigi. Nel 1964 viene invitato in California presso l’Università di Berkeley dove registra alcune conversazioni autobiografiche insieme al poeta Czeslaw Milosz. Queste conversazioni verranno pubblicate postume a cura dello stesso Milosz col titolo Il mio secolo.